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PHOTOGRAPHS

 

Il tempo scorre via, lento ed inesorabile. Le esistenze talvolta si adattano alle esigenze dettate dalla vita e le personalita’ si plasmano, assumendo molteplici forme, fra le mani di una sapiente maturita’ e consapevolezza. Tutto ad un tratto la visione della propria immagine appare diversa, come mai era capitato prima, diversa nell’aspetto e nell’anima; riflessa in uno specchio che non conosce pieta’, che non rende giustizia all’idea che ognuno ha di se stesso. Ogni singola ruga e ogni capello bianco portano dentro di se’ una memoria virtuale, evanescente, che non e’ dato di conoscere, ma non per questo inesistente. La bellezza e l’incoscienza della giovinezza sfioriscono con il passaggio di una nuvola o con una folata di vento, cedendo il posto troppo spesso ad un volto provato e stanco ed ad una saggezza non sempre cercata. Il trascorrere del tempo cela, agli occhi di colui che guarda, ogni traccia di cio’ che ognuno e’ stato e di cio’ che avrebbe voluto essere, come se non fosse possibile essere stati mai giovani, rimandando pero’ al contempo un’ immagine riflessa di storia vissuta e combattuta. Questa, resta scritta sui volti, in fondo agli occhi e nelle espressioni delle persone, come fosse un immenso diario scritto in codice, del quale pero’, basta possedere la giusta chiave di lettura per riuscire a decifrarne il contenuto. Il progetto, annovera tra le sue origini un padre indagatore ed una madre curiosa e crudele, capace di affiancare evanescenti ricordi con la piu’ impietosa delle verita’: la realta’. C’e’ sempre stato un punto di domanda, una vena di curiosita’ e di impertinenza di fronte ad una persona non piu’ giovanissima, nel tentare di leggerne l’essenza e il vissuto, nel rintracciare in un volto i tratti morbidi dell’innocenza e dei sogni non ancora infranti. Troppo spesso ne e’ emersa rassegnazione e abitudine e, ogni volta, non hanno lasciato spazio al minimo guizzo di speranza e d’incoscienza. I tratti somatici subiscono l’influsso delle delusioni e delle aspettative svanite, il sorriso si chiude e lo sguardo si spegne. La spregiudicatezza, l’incoscienza e l’onnipotenza cedono pian piano il passo alla consapevolezza, alla saggezza ed ad una presa di coscienza che rimanda inesorabilmente alla fragilita’ della vita. Queste sono le riflessioni che conducono direttamente all’ideazione e alla progettazione del lavoro.

I soggetti posti in modo speculare rispetto all’immagine iniziale, e´dettata dall’esigenza di guardare al proprio vissuto come ad un’immagine riflessa, un aiuto a ripercorrere a ritroso le varie fasi della vita usando la stessa critica attenta e imparziale che conduce al compiacimento o alla disapprovazione della propria immagine riflessa in uno specchio.

Vuol essere un invito a riflettere sulle tracce che il passaggio del tempo ha lasciato sulla persona e sulla personalita’; agli incontri vinti e ai k.o. subiti, al rapporto dare-avere, alle scelte fatte, alle decisioni mai prese, ma soprattutto ad un globale, sereno e costruttivo rendiconto di cio’ che questi fattori hanno prodotto su ognuno.

Monica Benedettini Copyright © 2009 Tutti i Diritti Riservati